Prestazione sontuosa del campione spagnolo che batte in quattro set Jannik Sinner, conquistando il sesto titolo del Grande Slam della sua carriera, e sottraendo al tennista italiano il primato nella classifica ATP.
Che fosse diventata la loro era appariva già acclarato da tempo.
Il fatto che questa sia stata la prima stagione dal lontano 2002 che in una stagione non fosse presente uno dei “Big Three” (Djokovic, Nadal e Federer) ha solamente certificato sotto il profilo statistico quello che tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori avevano già intuito da tempo.
Il mondo del Tennis è entrato in una nuova era, definita dall’estro e dal predominio tecnico e fisico di Carlos Alcaraz e Jannik Sinner.
Rispetto all’epoca del duopolio Federer – Nadal (poi spezzato dall’avvento del “terzo incomodo” Djokovic, capace nel tempo di raggiungere e successivamente superare i trionfi dei due campioni precedentemente citati), il tennista iberico e il campione italiano non si distinguono per una così marcata differenza di stile rispetto all’elvetico e al maiorchino, benché sussistano certamente alcune divergenze tecniche e di gestione del punto tra i due attuali primattori del circuito professionistico mondiale.
La finale dell’edizione 2025 degli US Open tuttavia ha messo in luce un fattore che ancorché non farà piacere ai tifosi del giocatore altoatesino (non solamente quelli tricolori) appare oggi incontrovertibile: nell’attuale momento storico del tennis, a meno di giornate di assoluto dominio tecnico-tattico e fisico da parte del tennista italiano, Alcaraz sembra possedere più soluzioni per prevalere nel confronto diretto con quest’ultimo. Ciò è dimostrato in termini strettamente numerici dall’attuale computo degli scontri diretti, che dopo l’esito della finale di Flushing Meadows appena conclusasi, conta un parziale di 10 vittorie a 5 a favore del ventiduenne di Murcia.
Sotto il profilo tecnico la finale degli US Open ha evidenziato bene quanto affermato in questa premessa.
Il match è iniziato con circa mezz’ora di ritardo per l’inasprimento dei controlli d’accesso dovuti alla presenza del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
La partita si è disputata in condizioni “indoor”, ovvero con il tetto chiuso dell’Arthur Ashe Stadium a causa della pioggia.
La partita è iniziata subito in maniera sontuosa per lo spagnolo, il quale ha da subito messo in mostra un’efficacia in risposta superiore a quella abituale, guadagnando un break di vantaggio già nel primo gioco del primo parziale. La contestuale enorme efficacia di Alcaraz al servizio indirizzava subito l’esito del set in favore di quest’ultimo, ed un nuovo break conseguito al settimo game risultava decisivo per permettere ad Alcaraz nel game successivo di chiudere il primo parziale a proprio appannaggio con il punteggio di 6 giochi a 2.
Impietose le statistiche del primo set, che oltre a certificare quasi il doppio dei colpi vincenti da parte (11 contro 6) a favore del tennista di Murcia, evidenziavano anche i soli tre punti conquistati da Sinner durante i game in risposta. Un predominio complessivo dunque in tutti i settori del gioco da parte dello spagnolo, al quale l’italiano non sembrava riuscire ad opporre le giuste contromisure. Da fondocampo infatti l’azione dell’altoatesino sembrava non riuscire a spostare sufficientemente Alcaraz, il quale per contro riusciva spesso e volentieri a inchiodare l’avversario sulle diagonali a lui più favorevoli e a chiudere i punti grazie alla spinta del suo ottimo e potente dritto.
Nel secondo parziale l’inerzia del match non sembrava cambiare più di tanto, e Sinner era costretto ad annullare una pericolosa palla break già nel primo game prima di tenere con fatica il proprio turno di battuta. Tuttavia, a differenza del primo set, l’efficacia al servizio e in risposta del campione altoatesino sembrava andar progressivamente aumentando. Al quarto game, quasi inaspettata, veniva a verificarsi la svolta del parziale. Alcaraz, fino a quel momento perfetto, inanellava una serie di inaspettati errori non forzati che consentivano a Sinner di conseguire un importante break di vantaggio. Jannik, adesso più a suo agio nei propri turni di battuta, riusciva a difendere il vantaggio ottenuto fino al termine del set, chiudendolo in proprio favore col punteggio di 6 giochi a 3.
La vittoria del secondo parziale sembrerebbe poter costituire per Sinner il prodromo di un’inversione di tendenza che porti ad una vittoriosa rimonta per quest’ultimo, ma tale assunto viene assolutamente smentito dai fatti. Il terzo set infatti risulta un monologo di Alcaraz. Sinner di nuovo in difficoltà al servizio e da fondocampo cede per due volte il suo turno di battuta al secondo e al quarto game, e finisce per perdere il parziale con il netto punteggio di 6 giochi a 1 (realizzando appena 10 punti nell’intero set).
Nel quarto set l’italiano sembra motivato a reagire e a non lasciare la vittoria allo spagnolo senza combattere, e riesce a tenere il servizio, seppur con notevole difficoltà, nel primo game del parziale dopo aver annullato due pericolo palle break in favore del giocatore di Murcia. L’equilibrio nei servizi viene spezzato però spezzato durante il quinto game, quando grazie ad una serie di errori non forzati da parte di Sinner, Alcaraz ha buon gioco a conseguire un decisivo break in suo favore. Lo spagnolo difende in maniera efficace il vantaggio conseguito e chiude il match in due ore e quarantaquattro minuti.
Per Alcaraz è il sesto trionfo in un torneo del Grande Slam. Il secondo sui campi newyorchesi.
Indiscutibile il pieno merito con il quale tale vittoria è stata conseguita. Estremamente significativo al riguardo è un dato che certifica l’enorme efficacia alla battuta: lo spagnolo ha perso un solo set in tutto lo US Open (il secondo della finale) e, nelle due settimane di durata del torneo, ha vinto 98 dei 101 turni di servizio.
Alcaraz si riprende quindi il primato della classifica ATP, posizione che aveva già occupato per un totale di 36 settimane, e che non ricopriva più dal 10 Settembre 2023.
Per Sinner la sconfitta non incrina lo status di rivale principale del tennista di Murcia, ne tantomeno quello di protagonista assoluto, insieme al rivale, dell’attuale circuito tennistico mondiale.
Per Alcaraz, invece, New York è la conferma di un’egemonia tecnica e mentale: servizio in crescita, dritto dominante, repertorio tecnico-tattico completo e grande capacità, oramai un marchio di fabbrica, di riuscire a rialzare l’asticella della massima competitività quando più conta.
