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    Wimbledon: Djokovic supera Sinner e punta l’ottavo titolo. Affronterà in finale Carlos Alcaraz.

    Novak Djokovic supera un propositivo ma falloso Jannik Sinner, e conquista la trentacinquesima finale di un torneo del Grande Slam in carriera (nuovo record assoluto).
    6-3, 6-4, 7-6 il punteggio in favore del campione Serbo, il quale nell’atto conclusivo del torneo affronterà il numero uno del mondo Carlos Alcaraz, che nella seconda semifinale ha battuto nettamente il russo Danil Medvedev col punteggio di 6-3, 6-3, 6-3.

    L’impresa non è riuscita. Alla fine, come prevedibile, è stato il favorito del pronostico a prevalere. Tuttavia, non si può non fare un pubblico plauso a Jannik Sinner per la grandezza del torneo disputato e per l’ottima qualità del gioco espresso.

    Si potrebbe sintetizzare efficacemente in questo modo la semifinale che ha visto il giovane talento altoatesino opposto al 23 volte vincitore slam, Novak Djokovic.

    Quella tra il serbo e l’italiano è stata la semifinale con il più ampio scarto anagrafico di sempre tra i due contendenti, e tale elemento ha senza dubbio pesato sugli esiti finali del confronto, in relazione al divario di esperienza a questi livelli a favore del campione di Belgrado.

    Sotto il profilo della conduzione tattica, il tennista altoatesino ha affrontato la partita nella maniera più corretta, cercando di massimizzare la propria spinta da fondocampo con il suo colpo migliore, il dritto. L’assennatezza del piano strategico veniva tuttavia minata dall’eccessivo numero di errori non forzati proprio con il fondamentale destro. Sinner riusciva a procurarsi due palle break già nel primo game del primo parziale, ma Djokovic riusciva ad annullarle entrambe, grazie ad un dritto vincente (la prima) e ad un errore non forzato di Sinner (la seconda), mantenendo successivamente il proprio turno di battuta. Nel game successivo, invece, grazie agli errori non forzati dell’italiano il tennista serbo aveva buon gioco a procurarsi un importante break di vantaggio. Al quinto game Sinner riesce a procurarsi una palla del controbreak, ma non riesce a concretizzare l’opportunità mettendo fuori di poco un dritto incrociato in corsa. Da quel momento in avanti Nole non corre più rischi sui propri turni di servizio e chiude il parziale con il punteggio di 6 giochi a 3 in proprio favore.

    Nel secondo set il canovaccio tattico del match non sembrava riportare sostanziali mutamenti. L’eccessiva fallosità di Sinner con il dritto permetteva infatti a Djokovic di acquisire un break di vantaggio al terzo game. Nel quarto game (che si segnala anche per un penalty point comminato a Djokovic a causa di un “hyndrance”, un punto “disturbato” assegnato all’avversario, dopo un urlo un po’ troppo energico emesso dal Serbo, almeno a giudizio del giudice di sedia Richard Haigh) l’italiano riesce a procurarsi una possibilità per recuperare il turno di battuta precedentemente perduto, ma ancora una volta la spreca a causa di un errore con un dritto a sventaglio inside in.

    Ciò consentiva a Djokovic di mantenere il vantaggio acquisito e di conquistare anche il secondo parziale, con il punteggio di 6 giochi a 4.

    Nel terzo set Sinner cercava di giocarsi le residue possibilità di rientrare nel match, e dopo aver annullato ben tre palle break consecutive nel terzo game, grazie all’ausilio del proprio servizio, riusciva addirittura a procurarsi due set point consecutivi sul turno di battuta del serbo, anche grazie ad un improvvido quanto clamoroso errore di quest’ultimo con un dritto incrociato a campo praticamente spalancato e con il punto sostanzialmente in mano dopo aver dominato lo scambio.

    Tuttavia, anche stavolta Jannik non riesce a concretizzare le possibilità conquistate. Il set si conclude pertanto al tie break, che viene vinto da Djokovic con il punteggio di 7 punti a 4, e ciò consente al serbo di chiudere la partita in proprio favore col risultato finale di 6-3, 6-4, 7-6 dopo due ore e quarantasette minuti di gioco.

    Nonostante il rammarico per la sconfitta subita, a Sinner restano comunque la soddisfazione della prima semifinale slam della carriera (il più giovane italiano di sempre a raggiungerla), e la convinzione di essersi avvicinato ulteriormente (anche a parere dell’autore di questo articolo) al livello dei principali giocatori di vertice del pianeta. Significativa in tal senso, la statistica dei colpi vincenti messi a segno da entrambi i giocatori, che vede la prevalenza del giocatore italiano (44 contro 33). Anche la percentuale di punti ottenuti con la prima palla di servizio è stata favorevole a Sinner (76% contro 75%) e questo, unito alle sei palle break non concretizzate, tutte verificatesi in momenti chiave della partita, autorizzano a più di qualche rimpianto e recriminazione tra i tifosi ed i collaboratori tecnici del talento altoatesino.

    Per il pluricampione di Belgrado, invece, quella di Domenica sarà la trentacinquesima finale di un torneo del Grande Slam in singolare (nuovo record assoluto), nella quale proverà a conquistare l’ottavo titolo dell’All England Lawn Tennis and Crocquet Club, raggiungendo in questo modo il numero di vittorie sui prati londinesi di Roger Federer.

    Tra lui e (l’ennesima) pagina di storia da scrivere, vi sarà Carlos Alcaraz.

    Il ventenne talento spagnolo, attuale numero uno della classifica mondiale, ha sconfitto assai nettamente, nella seconda semifinale, il tennista russo Danil Medvedev, assicurandosi l’accesso all’ultimo atto del torneo.

    Partita assolutamente senza storia quella tra l’iberico di Murcia ed il tennista moscovita, il quale, a causa di un posizionamento eccessivamente arretrato in fase di risposta, ha finito per subire nell’intero arco del match il dominio da fondocampo dell’avversario, senza mai riuscire a dare l’impressione di poter recuperare lo svantaggio oramai accumulato, nemmeno nel terzo parziale, nel quale è riuscito per due volte consecutive a recuperare un break di svantaggio, prima di cedere definitivamente il passo al più giovane avversario con il triplice 6-3 del punteggio finale dopo un’ora e cinquanta minuti di gioco.

    Eloquenti le statistiche dell’incontro che certificano ancor di più l’assoluto dominio dello spagnolo capace di mettere a segno più colpi vincenti (27 contro 24), meno errori non forzati (17 contro 19), un buon computo del 73% di punti vinti con la prima palla di servizio, e ben 23 punti complessivi in più del russo.

    Per lo spagnolo quella di Domenica sarà la prima finale a Wimbledon, e la seconda in un torneo del Grande Slam.

    Massimiliano Bellanca

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