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    Carlos Alcaraz compie l’impresa. Batte Djokovic e vince il suo primo titolo a Wimbledon.

    Uno straordinario Carlos Alcaraz consolida la prima posizione mondiale vincendo il suo primo titolo a Wimbledon. E’ il terzo più giovane vincitore di sempre sui campi dell’All England Lawn Tennis and Crocquet Club, dopo Boris Becker e Bjorn Borg. Fallito il tentativo di Novak Djokovic di agganciare gli otto titoli londinesi di Roger Federer, e di eguagliare il record di 24 titoli del Grande Slam appartenente a Margaret Court.

    La chiave tattica del match appariva da subito ben delineata, con il giovane numero uno del mondo determinato a spingere fortemente da fondocampo nel tentativo di comandare lo scambio ed impedire al campione serbo di impostare il ritmo e le traiettorie degli scambi da fondocampo. La capacità di quest’ultimo di mantenere un palleggio molto profondo e di adattarsi senza apparenti difficoltà alle accelerazioni e ai cambi di ritmo dell’avversario rendevano tuttavia difficile l’attuazione del piano strategico del ventenne iberico.

    Djokovic iniziava al servizio la finale, e dopo aver annullato con la battuta una palla break in favore dello spagnolo, provocata da un suo improvvido errore di rovescio sotto rete, riusciva a conquistare il primo gioco dell’incontro. Nel secondo game il campione serbo giocava un ottimo game in risposta, con attenzione e incisività, e riusciva a procurarsi tre palle break consecutive. Alcaraz riusciva ad annullare le prime due, ma la terza veniva concretizzata da Djokovic, il quale, mantenendo il successivo turno di battuta si portava avanti per 3-0. Nel quarto game la profondità nel palleggio del campione di Belgrado mettevano nuovamente in difficoltà Alcaraz, il quale si trovava costretto a fronteggiare due ulteriori palle break. Lo spagnolo riusciva ad annullarle sfruttando un errore con il rovescio da fondocampo del suo avversario e mettendo a segno un servizio vincente, ma una terza palla break si rivelava fatale per lui a causa di un errore di rovescio che consegnava al serbo il quarto game consecutivo. Il giovane talento di Murcia appariva adesso falloso e alquanto confuso tatticamente, e ciò permetteva a Djokovic di vincere un altro game di servizio in maniera agevole, chiudendo con un meraviglioso schiaffo di dritto al volo. Nel sesto game, seppur con qualche affanno, Alcaraz riusciva finalmente a vincere il primo game della sua partita, ma ciò non impensieriva minimamente Djokovic, il quale, nel game successivo, con un potente smash centrale, si assicurava il primo parziale con il punteggio di 6 giochi ad 1 dopo trentaquattro minuti.

    Il secondo set si apriva all’insegna di un’inerzia diversa. Era Alcaraz a partire al servizio, e riusciva a mantenere il proprio turno di battuta, portandosi avanti nel punteggio per la prima volta nella partita. Nel successivo game, anche grazie ad alcune paio di circostanze un po’ fortuite, ma con estrema concentrazione e determinazione, Alcaraz riusciva finalmente a strappare per la prima volta nel match il turno di battuta a Djokovic, portandosi in vantaggio per 2-0. Nel terzo game, tuttavia, lo spagnolo non riusciva a concretizzare una possibilità di portarsi avanti per 3-0, e subiva invece la rimonta di un arrembante Djokovic, il quale riusciva a realizzare un immediato controbreak. Nel game successivo Alcaraz riusciva ad arrivare di nuovo a palla break sul servizio di Nole grazie ad una profonda e potente risposta di dritto, ma non riusciva a concretizzarla a causa di un errore con il rovescio lungolinea al termine di uno scambio prolungato e spettacolare giocato prevalentemente sulla diagonale sinistra. L’equilibrio nel punteggio da quel momento in avanti si manteneva costante fino al tie break, senza che nessuno dei due giocatori concedesse più alcuna palla break sul proprio servizio. Nel game decisivo, sul punteggio di 6-5 in proprio favore Djokovic sprecava un set point a causa di un evitabile errore non forzato, e successivamente un nuovo errore con il medesimo fondamentale portava Alcaraz ad avere una palla per vincere il secondo parziale. Djokovic optava per tentare un serve & volley, ma una precisa quanto fulminante risposta di rovescio lungolinea consegnava allo spagnolo la vittoria del secondo parziale.

    All’inizio del terzo set, Alcaraz appariva rinfrancato dal parziale appena conquistato, e riusciva subito ad insidiare il servizio di Djokovic, conquistando una palla break nel primo game, che però non riusciva a concretizzare sbagliando una risposta di rovescio lungolinea sulla seconda di servizio del campione serbo. Sul 40 pari, grazie ad uno splendido passante incrociato di rovescio lo spagnolo riusciva a procurarsi un’altra palla per strappare il servizio all’avversario che stavolta riusciva a concretizzare grazie ad un errore non forzato di Djokovic con il rovescio lungolinea. Nel game successivo il giocatore di Belgrado provava a recuperare immediatamente il turno di battuta perduto aumentando la velocità dei propri colpi da fondo, ma Alcaraz riusciva a rintuzzare l’aggressività dell’avversario e a consolidare il proprio vantaggio. Nel quarto game, tuttavia, una serie di errori non forzati da parte del numero uno del mondo, concedevano al campione serbo due possibilità per recuperare il break di svantaggio, ma entrambe venivano annullate da Alcaraz (la prima a causa di un brutto errore di Djokovic con il dritto inside in nel tentativo di mettere a segno un’accelerazione vincente, e la seconda grazie ad un servizio vincente). Djokovic appariva adesso leggermente confuso e destabilizzato, e alla fine di un game interminabile durato addirittura 32 minuti, carico di tensione emotiva da entrambe le parti, subiva un nuovo break (dopo essere riuscito ad annullare sei precedenti palle break) che sostanzialmente chiudeva il set. Alcaraz infatti si portava rapidamente avanti per 5-1 nel game successivo, e nel settimo game riusciva a togliere nuovamente il servizio, stavolta con facilità apparentemente disarmante, ad un Djokovic visibilmente scarico sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista mentale, chiudendo il terzo set a proprio appannaggio col punteggio di 6 giochi ad 1.

    Il quarto set si apriva sostanzialmente sulla falsariga della parte finale del precedente parziale, con Alcaraz sicuro nel tenere il primo turno di servizio, contrariamente a Djokovic, costretto ad annullare due pericolose palle break nel secondo game. Nel quinto game, tuttavia, il serbo, con estremo coraggio, riusciva finalmente a togliere di nuovo il servizio al tennista di Murcia, cosa che non gli riusciva dal terzo game del secondo set, e nel sesto game consolidava il proprio vantaggio, mantenendo il terzo turno di battuta consecutivo e portandosi avanti per 4 giochi a 2. Djokovic, adesso nuovamente in partita, anche e soprattutto sotto il profilo della concentrazione e della convinzione, manteneva il proprio turno di battuta (a zero) nell’ottavo game, e di nuovo incisivo nei turni di risposta, nel nono game conseguiva un nuovo break di vantaggio che gli consentiva di chiudere il quarto set in proprio favore con il punteggio di 6 giochi a 3.

    Il quinto set iniziava con Djokovic al servizio. Nel suo primo turno di battuta, tuttavia, il serbo era subito costretto ad affrontare una pericolosa palla break conseguita da Alcaraz grazie ad un pregevole passante lungolinea di rovescio. Il campione di Belgrado tuttavia riusciva a rintuzzare l’assalto del tennista spagnolo grazie al servizio, vincendo il primo game dell’ultimo e decisivo parziale. Nel secondo game Djokovic con grande determinazione e attenzione riusciva a procurarsi un’importantissima palla break sul servizio di Alcaraz, ma dopo aver giocato un punto assolutamente perfetto costringendo Alcaraz ad una difesa estrema, sbagliava clamorosamente la cosa più facile affossando in rete uno schiaffo al volo di dritto (preferito, come scelta tecnica, ad uno smash al volo che sarebbe stato certamente più agevole da eseguire), e ciò consentiva al numero uno del mondo di mantenere il proprio turno di battuta. Nel terzo game era invece Alcaraz a procurarsi una palla break, e a concretizzarla grazie ad un preciso passante di rovescio lungolinea, al termine di uno scambio assai prolungato nel quale Djokovic era anche scivolato, ma era ugualmente riuscito a presentarsi a rete. Grande la rabbia di Nole il quale, durante il cambio di campo sfogava tutta la propria frustrazione spaccando completamente la propria racchetta contro il paletto della rete del campo centrale di Wimbledon e subendo un inevitabile warning per “racquet abuse”. Nel successivo game il giovane campione iberico manteneva il proprio turno di battuta a zero, portandosi così avanti nel punteggio per 3-1. Da quel momento in avanti Alcaraz non concedeva più alcuna palla break nei propri successivi turni di battuta, assicurandosi la possibilità di andare a servire per conquistare la partita ed il suo primo titolo a Wimbledon. Il braccio del giovane tennista spagnolo non tremava al momento decisivo, e al primo match point riusciva a chiudere il match in proprio favore dopo quattro ore e quarantasei minuti di gioco, conquistando il trofeo del torneo più prestigioso del mondo.

    Con il meraviglioso successo odierno il fenomeno iberico difende e consolida la prima posizione nella classifica mondiale, ed al contempo impedisce a Djokovic di eguagliare il record di Roger Federer di otto titoli complessivi (e di cinque consecutivamente conseguiti). Al campione serbo (già titolare del record di tornei del Grande Slam nel singolare maschile) non riesce nemmeno l’aggancio ai 24 titoli major dell’ex tennista australiana Margaret Court, che ancora oggi rappresentano il record assoluto di vittorie in singolare per un tennista professionista.

    Quella odierna si può definire un passaggio di consegne?

    Forse è ancora troppo presto per poterlo affermare.

    Ma forse, sotto alcuni aspetti, lo è stato. Magari non definitivo. Ma in parte la vittoria odierna di Carlos Alcaraz ha senz’altro qualcosa in comune con la famosa e indimenticata partita dell’edizione 2001 del torneo londinese tra un Roger Federer non ancora ventenne e il sette volte campione Pete Sampras, quando il fuoriclasse elvetico batté l’ex numero uno del mondo al quinto set in quello che era unanimemente considerato il “giardino di casa” del tennista di Potomac.

    Forse, oggi 16 Luglio 2023, una parte, piccola o grande, dell’era Federer – Nadal – Djokovic si è chiusa per sempre. Da oggi, Carlos Alcaraz, è senza dubbio da considerare come il giocatore da battere, “l’atleta alfa” del circuito tennistico mondiale, almeno al pari di quel Djokovic che, tuttavia, c’è da scommetterci, non accetterà di cedere facilmente “lo scettro” del “più forte”. Uno scettro sul quale, tuttavia, Alcaraz ha messo oggi fortemente le mani, e dal quale cercherà di non toglierle più per tanti anni a venire.

    Massimiliano Bellanca

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