Con la vittoria nel doppio della terza giornata (con Shelton e Auger Aliassime che si sono imposti in due tie break contro il duo formato da Rublev e Hurcacz) la selezione mondiale capitanata da John McEnroe si aggiudica la sesta edizione del trofeo intitolato al leggendario tennista australiano col punteggio finale di 13-2.
Il dominio europeo non esiste più!
Dopo i trionfi delle selezioni europee, sempre abbastanza netti delle prime quattro edizioni, la tendenza sembra essersi definitivamente invertita. Il Team World ha vinto per la seconda volta consecutiva la Laver Cup, e nell’edizione 2023 appena conclusasi ha nettamente dominato la competizione, concludendola trionfalmente con il nettissimo risultato di 13 set vinti contro appena 2 persi. Una differenza abissale, retaggio di una sola vittoria conseguita in singolare dalla selezione europea (quella di Casper Ruud, in due parziali ai danni dello statunitense Tommy Paul), al cospetto di ben cinque sconfitte in singolare (tutte per due set a zero, e con un solo tie break vinto su sei disputati in totale tra match di singolare e doppio, elemento che ha particolarmente appesantito il computo statistico finale del punteggio).
Come parziale scusante per il team europeo, non si può non sottolineare come l’indisponibilità di giocatori fondamentali alla causa del vecchio continente quali il numero uno del mondo Novak Djokovic, Rafael Nadal, Matteo Berrettini e Jannik Sinner (senza che vi sia bisogno di citare il ritiro di Roger Federer) ha senz’altro pesato sensibilmente nella mancanza di competitività complessiva del team, costringendo il capitano Bjorn Borg ad effettuare delle convocazioni rischiose (ad esempio il debuttante Arthur Fils, giovanissimo tennista transalpino di ottime prospettive, ma ancora privo di grande esperienza ad alti livelli), o a schierare giocatori palesemente fuori ruolo in doppio (come ad esempio il russo Andrei Rublev, eccezionale e potentissimo singolarista, ma apparso quasi come un pesce fuor d’acqua all’atto di disputare un match nella specialità a squadre).
Tutto facile invece per il capitano della selezione mondiale, John McEnroe, che ha potuto beneficiare di avere a disposizione una formazione pressoché al completo nei suoi elementi migliori, tra i quali spiccavano soprattutto gli statunitensi Tiafoe, Fritz e Shelton, alfieri di un tennis a stelle e strisce che sembra finalmente essere in procinto di recuperare grande competitività internazionale dopo anni di torpore in seguito ai ritiri di giocatori di grande successo quali Andy Roddick (soprattutto), Mardy Fish e (assai recentemente) di John Isner.