A forza di giocare col fuoco si rischia di scottarsi.
E’ terminata nel peggiore dei modi la “settimana pericolosa” di Iga Swiatek.
Mai apparsa davvero in forma, e abbastanza competitiva per puntare realisticamente alla vittoria finale, la campionessa polacca, numero uno della classifica mondiale, aveva già rischiato tantissimo nella sua partita di secondo turno contro la statunitense Danielle Collins (numero 62 del ranking WTA), nella quale si era trovata indietro di ben due break nel terzo e decisivo set, ed era riuscita a conseguire una difficile rimonta vincente più per demeriti e mancanza di “killer instinct” della sua avversaria, piuttosto che per un reale innalzamento del proprio livello di gioco. Il castello di carte è crollato nel match successivo, con la clamorosa eliminazione patita per mano della giovanissima tennista ceca Linda Noskova, di appena 19 anni, che ha ragionevolmente conseguito la più importante vittoria della sua ancor brevissima carriera. Quest’ultima, numero 50 della classifica mondiale, merita certamente più di una menzione per la qualità del tennis espresso, coniugante potenza, capacità di gestione dello scambio e soluzioni vincenti di grande spessore a notevoli qualità velocistiche, difensive e di copertura del campo. Davvero una prestazione notevolissima.
La “schiacciasassi” bielorussa.
Ci sarebbe poco da aggiungere al titolo prescelto, assai esplicativo della assoluta supremazia mostrata finora dalla campionessa in carica del torneo Aryna Sabalenka. La tennista bielorussa ha perso solamente 10 game in quattro partite disputate, mettendo a referto ben tre set vinti per 6 giochi a 0 (dei quali due consecutivi alla malcapitata ucraina Lesia Tsurenko, spazzata via dal campo in appena 55 minuti con una dimostrazione di superiorità tecnica a tratti apparsa quasi imbarazzante), ed è approdata senza problemi ai quarti di finale del primo torneo stagionale del Grande Slam. La potenza dei suoi colpi da fondo e l’affidabilità del suo servizio sembrano in questo momento delle armi pressoché impossibili da contrastare per le avversarie. Con le contestuali eliminazioni al terzo turno della Swiatek e della finalista della scorsa edizione degli Australian Open, la numero tre del ranking WTA Elena Rybakina, la giocatrice di Minsk emerge sicuramente come la grandissima favorita per la vittoria finale del torneo.
Le altre pretendenti al titolo? Bene Gauff e Azarenka. Deludenti Rybakina e Stephens.
E le altre? Ribadito il concetto relativo al fatto che al momento attuale nessuna altra giocatrice sembra credibilmente in grado di insidiare la marcia della Sabalenka verso il trionfo (al netto di eventuali, ancorché improbabili, cali di forma di quest’ultima), tra le altre giocatrici ancora in corsa per il titolo australiano non si possono non menzionare l’ottima prova disputata finora dalla numero 4 del seeding Coco Gauff arrivata ai quarti di finale senza perdere nemmeno un set. Buonissime fin qui anche le prestazioni di Viktoria Azarenka. L’ex numero uno del mondo, attualmente attestata alla al ventiduesimo gradino della classifica WTA, ha confermato i progressi di forma mostrati durante la fase finale della stagione precedente e nelle prime apparizioni nel circuito di quest’anno. Assai deludenti invece le prestazioni della finalista dello scorso anno, Elena Rybakina, e della statunitense Sloane Stephens. Tuttavia, le eliminazioni al terzo turno sono senz’altro figlie di due situazioni psico-fisiche assai diverse. La tennista naturalizzata kazaka ha comunque strenuamente lottato contro la sua avversaria russa, Anna Blinkova, perdendo solamente al tie break del terzo e decisivo parziale, non riuscendo tra l’altro a concretizzare addirittura sei match point. L’americana invece è apparsa in condizioni fisiche assai precarie, commettendo un gran numero di errori tattici e tecnici (esplicative in tal senso le dodici palle break su tredici non concretizzate nel match perso contro la venticinquenne tennista russa Anna Kalinskaya).